Francesco Binfaré

Nasce e vive a Milano.
Trascorre la primissima infanzia, durante la guerra, in un piccolo abitato fra le montagne della Valtellina dove il contatto con la natura lo apre alla contemplazione e all’arte.
Impara dal padre il disegno e la pittura.
Nel 1960 incontra Cesare Cassina che per primo gli offre l’opportunità di esercitare l’arte nell’ambito industriale.
Dal 1967 al 1980 lavora a un ciclo di disegni che costituirà la fonte analogica più importante della sua ricerca e in cui alcuni capitoli, come Il gigante e l’ombra o La colpa e l’architettura,
incentrati sull’archetipo dell’architettura come matrice, testimoniano come già prefigurasse quelli che sarebbero stati i temi nodali del  postmodernismo (Les Villages 1997, Objets-types et archétipes, Hazan Editions).
Dal 1969 al 1976, dirige il Centro Cesare Cassina, laboratorio per la ricerca sul design, sponsorizzato da Cassina e da C&B Italia (oggi B&B Italia) fino al 1972, e da Cassina fino al 1976.
Al Centro Ricerche Cassina inizia a trasferire i processi della pratica artistica nella ricerca del design: indaga metodi inediti per facilitare la creatività individuale e collettiva e coinvolge architetti e designer nella creazione di prodotti destinati a divenire pezzi storici del design italiano: Maralunga di Vico Magistretti, Up 5 e Sit Down di Gaetano Pesce, Bambole di Mario Bellini, AeO di Archizoom.
Coordina la realizzazione di progetti per la mostra “New Domestic Landscape” al Moma di New York (1972). Realizza viaggi di ricerca in India, Stati Uniti, Giappone (1970-1973). Promuove iniziative sperimentali come Braccio di ferro con Gaetano Pesce e Alessandro Mendini (1973) per l’edizione di modelli d’avanguardia, e Environmedia con Mario Bellini e Pierpaolo Saporito (1974) per l’impiego di media interattivi nella prassi del progetto. 
Nel 1980 costituisce un proprio Centro Design e Comunicazione per la ricerca e la promozione di progetti,  alcuni dei quali realizzati per Cassina, tra cui Cab di Mario Bellini, Wink di Toshiyuki Kita, Tramonto a New York di Gaetano Pesce.
Progetta gli allestimenti per il lancio dei nuovi prodotti e inventa quello che più tardi nel gergo progettuale verrà definito concept dell’evento, dando allo spazio progettato un tema e un titolo autonomi.
Tra i più interessanti: il ciclo decennale di istallazioni per Cassina (da “Il Ponte” del 1977 a “Spazio Storico, Razionale, Cosmico” del 1987), I fiori crescono sulle rovine (1978), Design, autoritratto con padre e architettura (Triennale 1979 ), Il confine (1980), Il tempo dell’acqua o dei bagnanti dopo Marx (1982), L’isola dei fiori del vento (1984), New Adam and Eve (Venini 1985). 
Partecipa alla mostra itinerante sul futuro della tecnologia con “Il mostro e la tela” per Mondo Materialis del 1988 e con il progetto “La permanenza ” alla Triennale di Milano nel 1992.
La mostra “La mia mano destra” del 1996 alla Galleria Milano segna l’incontro fecondo con Pierre Restany e la sua appassionata intelligenza critica. 
Nel 1992, mentre sta terminando i grandi dipinti “Tracce emozionali domestiche”, viene chiamato da Massimo Morozzi a progettare per Edra. L’incontro con Massimo Morozzi e Valerio Mazzei segna l’inizio di una stagione singolare ed affascinante con l’invenzione e il disegno di grandi divani come L’homme et la femme, Flap, On the Rocks, progetti in cui sintetizza, nell’idea e nella forma, con un linguaggio essenziale e comunicativo, la precisione semantica, il gusto della performance, l’intenzione interattiva, la curiosità e l’interesse per il comportamento umano.
Preferisce il progetto degli oggetti d’arredo e in particolare dei divani perché interpellano l’Altro, lo Spazio e la Comunicazione, che sono gli ambiti di lavoro che più ama e che più di altri rispondono agli interrogativi del comportamento e della relazione. 
La collezione Annett per Magis e i divani Sofa, Brenno e Standard (quest’ultimo del 2013), per Edra, sono il risultato di un nuovo periodo espressivo in cui la qualità e il significante si misurano con le istanze di un mercato di fascia più diffusa. Sfatto e Tronco, due prodotti recenti, sempre per Edra, rappresentano in modo sinergico l’attualità e sono il risultato di un lavoro di ricerca espressiva sul tema del Tempo e della Memoria: un lavoro che corre nel solco della necessaria riappacificazione tra la modernità e la storia.

 

Francesco Binfaré

He was born and still lives in Milan.
In 1960 he met Cesare Cassina who ofered him the rare chance of creating arts in the industrial sector.
Between 1967 and 1980 he produced a major cycle of drawings which still represent the most important source for his research. Parts of this cycle, such as Il gigante e l’ombra (The Giant and the Shade), La colpa e l’architettura (Guilt and Architecture) touched on archetypal images such as the matrix, already anticipating the essential issues of post modernism.
At the Cesare Cassina Centre, a design research centre sponsored by Cassina and C&BItalia, he worked with a group of technical experts and craftsmen, transferring artistic process into design research. He investigated new methodologies to support and promote individual and collective creativity. He involved various architects and designers in the creation of products which have turned into Italian design icons – Maralunga by Vico Magistretti, Up 5 and Sit Down by Gaetano Pesce, Bambole by Mario Bellini, AeO by Archizoom.
He coordinated the selection of projects for the ground breaking exhibition New Domestic Landscape of Italian Design at MOMA in New York in 1972. In order to pursue his research, he travelled to India, the US and Japan (1970-1973). He promoted experimental initiatives such as Braccio di ferro with Gaetano Pesce and Alessandro Mendini (1973) for an edition of avant-garde prototypes. In 1974 he formed Environmedia with Mario Bellini and Pierpaolo Saporito promoting the use of interactive media in project practices. In 1980 he set up his own Design and Communication Centre for project research and development.
He was involved in many important projects for Cassina such as Cab by Mario Bellini, Wink by Toshiyuki Kita and Tramonto a New York by Gaetano Pesce. He designed themed installations giving them a specific title for the launch of each new product so inventing, what would later be called, event concept. Some of the most interesting examples are the ones for Cassina (from Il Ponte, The Bridge, 1977 till Spazio Storico, Razionale, Cosmico, Historic, Rational, Cosmic Space, 1987), I fiori crescono sulle rovine (Flowers growing from the ruins, 1978), Design, autoritratto con padre e architettura (Design, self-portrait with father and architecture, Triennale 1979), Il confine (The Limit, 1980), Il tempo dell’acqua o dei bagnanti dopo Marx (The time of water or of bathers after Marx, 1982), L’isola dei fiori del vento (The island of the flowers of the wind, 1984), New Adam and Eve (Venini 1985).
On 1988 he took part to the itinerant exhibition on the future of technology with Il mostro e la tela (The Monster and the Canvas) for Mondo Materialis and he was at the Milan Triennale on 1992 with the project La permanenza (Permanency).
The exhibition La mia mano destra (My right hand) at Galleria Milano opens a phase of intense dialogue with Pierre Restany and his passionate and critical intelligence. Still in 1992, he embarked upon a series of large paintings on sheets called Tracce emozionali domestiche (Traces of domesticated emotions) after which he was invited by Massimo Morozzi to design for Edra. The encounter with Massimo Morozzi and Valerio Mazzei marked the beginning of a peculiar and fascinating period.
With the invention and design of such classics as L’homme et la femme (1993), Flap (2000), On the rocks (2004), he was able to synthesize in a single product, his curiosity and interest in human behaviour with an interactive movement. He prefers to design home furnishings and particularly sofas as they involve space-man-communication issues and they are privileged areas of inquiry about behaviours and relations.
The collection Annett for Magis and the sofas Sofa, Brenno and Standard, for Edra, are the results of a new expressive period where quality and significant encounter the needs of a wider market. Sfatto and Tronco, two very recent products, are the latest results of an expressive research on Time and Memory: a research that pursues the necessary conciliation between history and modernity.

Via Panfilo Castaldi, 28
20124 Milano

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